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Il libro presenta una significativa scelta di racconti tratti da "Le roi au masque d'or", pubblicato nel 1893 presso l'editore Paul Ollendorff, in grado di offrire alcuni esempi rappresentativi della narrativa di Schwob e sottolineare i caratteri principali della sua scrittura: lo sperimentalismo linguistico, il rigore formale, la raffinata strutturazione interna della pagina. "Il re dalla maschera d'oro", il libro per cui Schwob è maggiormente ricordato nella letteratura fantastica. Questi racconti celebrano il trionfo della letteratura come finzione. Schwob è ossessionato dall'amore degli specchi, dall'ambiguità della maschera: la maschera di un personaggio, nella vita; la maschera di uno pseudonimo, su un libro; la maschera di una documentazione falsificata, nel testo; la maschera di una struttura dalle accurate simmetrie e dagli effetti calcolati, sulla pagina. Se al pubblico della fine dell'Ottocento questi racconti offrivano soprattutto il piacere della lettura di temi macabri e il gusto della sensazione rara e inaspettata, il lettore moderno ne potrà apprezzare, invece, quelle eleganti geometrie dell'intelligenza, quel gusto magico e ironico della finzione, che sono gli ingredienti che la letteratura fantastica ha posto alla base dei suoi specifici stilemi.